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La pace di Nimega

Dalle guerre di conquista alla nascita della diplomazia preventiva

Pace di Nimega: firmata nel 1678, pose fine alla guerra (iniziata nel 1672) fra Luigi XIV, re di Francia, e le Province Unite, che, lasciate intatte territorialmente, ottenevano anche un vantaggioso trattato commerciale, mentre la Spagna, loro alleata, perdeva la Franca Contea e varie fortezze nei Paesi Bassi. (Cit. Treccani)

Umberto Eco nel 4° volume della sua collana di storia moderna e contemporanea presenta un’approfondita interpretazione del ‘600, rilevando che i temi delle migrazioni e dell’intolleranza riemersero proprio dopo la tremenda guerra dei trent’anni (1628 -1648) insieme a carestie, pandemie e crisi economiche.

Inoltre l’equilibrio dell’Europa era ancora precario per la radice di intolleranza religiosa che creava rotture politiche, cosicché lo spirito aggressivo delle potenze europee si concretizzò in una nuova guerra nella seconda metà del ‘600.

Il “secolo di ferro” – così contrassegnato perché nel popolo in quei decenni iniziali del secolo vigeva odio e violenza – fu ancora insanguinato da un ulteriore conflitto causato da Luigi XIV.

A un certo punto, Il 16 giugno del 1676, fu necessario avviare dei negoziati di pace. Eco sottolinea un passo essenziale, preliminare a quei negoziati, vale a dire un primo Regolamento di gerarchia fra i titoli da usare e le regole di condotta fra le parti, prima fra tutte la cessazione delle ostilità nonché il divieto di incontri bilaterali non ufficiali  fra i Capi dei Governo.

L’11 agosto del 1678 la pace fra Francia e Olanda venne sottoscritta, cui seguiranno quelle fra gli altri Stati. Un dato sembra essenziale per Eco: non vi furono segni evidenti di privilegi per gli Stati singoli, cosa che significò la natura sovranazionale di quella pace.

Sicuramente le altre paci note della storia moderna e contemporanea – Vienna (1815) e Versailles (1919) per esempio –  ebbero a Nimega il più illustre precedente di diplomazia preventiva e di negoziato giuridicamente internazionale.

Il grido dell’ultimo Eco – “dobbiamo firmare oggi un nuovo trattato di Nimega” e “fare di Bruxelles come Nimega non più per un istante il centro dell’Europa” può ancora oggi ispirare la ripresa e la realizzazione del progetto di Costituzione europea.